Il giardino dei Finzi Contini

Nel 1970, il regista Vittorio De Sica dirige Dominique Sanda, Fabio Testi, Romolo Valli, Lino D’Alatri ne Il giardino dei Finzi Contini, tratto dal omonimo romanzo di Giorgio Bassani del 1962.

Ferrara anni 30: la dolce vita di Micol, di Alberto, del professor Ermanno, della signora Olga e di altri giovani e ricchi borghesi della comunità ebraica che si trasforma in tragedia per le leggi razziali fasciste e lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Il giardino e la casa dei Finzi-Contini si trova nella cosiddetta “Addizione erculea” di Ferrara, quell'area urbana di Ferrara aggiunta al borgo medioevale durante il Rinascimento. In Corso Ercole d'Este, si trova “il giardino, o per essere più precisi, il parco sterminato che circona casa Finzi-Contini prima della guerra, e spaziava per quasi dieci ettari fin sotto le Mura degli angeli, da una parte, e fino alla Barriera di Porta San Benedetto, dall'altra, rappresentando di per sé qualcosa di raro, di eccezionale … oggi non esiste più, alla lettera. Tutti gli alberi di grosso fusto, tigli, olmi, faggi, pioppi, platani, ipposcastani, pini, abeti, larici, cedri del Libano, cipressi, querce, lecci e perfino palme ed eucalipti, …, sono stati abbattuti per ricavarne legna da ardere, e il terreno è già tornato da un pezzo come era una volta, quando Moisé Finzi-Contini lo acquistò dai marchesi Avogli: uno dei tanti orti compresi dentro le mura urbane”. Così Bassani descrive il luogo di vita della famiglia Finzi-Contini e con gli occhi puntati sulla grandezza del giardino inizia anche il film di De Sica. Nel film però il giardino è quello di Villa Ada a Roma e la residenza è Villa Litta Bolognini di Vedano al Lambo nei pressi del Parco di Monza. Bassani e De Sica inizialmente collaborarono ma diversi disaccordi fecero sì che lo scrittore chiese perfino di togliere il suo nome dai titoli di coda.

L'opera di Vittorio De Sica ebbe successo di pubblico mentre la critica si divise a metà tra chi lo interpretò come un film troppo sentimentale e chi invece uno dei migliori lavori del regista italiano, che vinse comunque l'Oscar come miglior film straniero 1971.