La facciata di palazzo Cloz Salvetti

I suoi affreschi staccati e ricoverati presso il Municipio di Trento

[ Foto Ezio Chini]

Palazzo Thun conserva un insigne patrimonio d’arte creato soprattutto fra la prima metà del Quattrocento e il secolo XIX; ma non mancano opere di rilievo di artisti novecenteschi, come Pino Casarini ed Othmar Winkler. Ai primi del Novecento il palazzo, allora sede del Comune dopo essere appartenuto fino al 1873 alla famiglia Thun, si arricchì di un prestigioso ciclo di affreschi del veronese Domenico Brusasorzi, già ornamento della facciata di Casa Cloz Salvetti in via San Marco a Trento. Furono staccati nel 1902 per essere salvati dal degrado e da una quasi certa distruzione; l’anno seguente vennero donati dall’allora proprietaria Luisa Garavaglia contessa Saracini al Comune di Trento per decorare la Sala del Consiglio. Essi furono in seguito trasferiti al sommo dello scalone, dove oggi si ammirano sistemati lungo le pareti e in buone condizioni di illuminazione, dopo un ottimo restauro relativamente recente (anni Novanta del Novecento).  

Sulla facciata dalla dimora di via San Marco ( vedi immagini) erano distribuiti su tre ordini sovrapposti. Nel primo, in alto, era raffigurata la Gara musicale tra Apollo e Pan, narrata nelle Metamorfosi di Ovidio; giudice era il dio Tmolo, ma il re Mida che era presente non approvò l’assegnazione della vittoria ad Apollo, il quale per vendicarsi gli fece crescere orecchie d’asino. Ai lati erano dipinti due putti uno per parte recanti corone d’alloro. Al centro della facciata era raffigurata la Battaglia di Cartagena, in Spagna, nella quale Scipione l’Africano sconfisse i Cartaginesi. Dopo la vittoria, secondo una edificante leggenda, Scipione ebbe come bottino di guerra anche una bellissima fanciulla, ma avendo saputo che era sposa promessa la lasciò libera. Questo episodio di magnanimità e di virtus romana, frequente nella pittura italiana e narrato in modo maestoso e solenne, occupava in origine la parte bassa della facciata. Ai lati erano dipinte le figure della Primavera e dell’Estate con le cornucopie traboccanti di fiori e frutti. La data di questo ciclo pittorico si legge nella battaglia, dipinta sullo scudo di un guerriero: 1551. La battaglia rappresenta il vertice espressivo del ciclo: è una narrazione grandiosa, un evento turbinoso cui partecipano con indicibile foga in un viluppo inestricabile, colmando ogni spazio, guerrieri e cavalli. E’ abolito ogni riferimento a uno spazio razionale in favore di una visione simultanea destinata a coinvolgere con forza la sfera emotiva. Un vero compendio dei caratteri più tipici del Manierismo. Una facciata dipinta tra le più prestigiose della città.

Ezio Chini

(1950), storico dell'arte, si laurea con Mina Gregori all'Università di Firenze (1975). Dal 1978 al 2010 ricopre l'incarico di funzionario della Provincia Autonoma di Trento e nell’ambito dell’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento gli vengono affidati i seguenti incarichi di carattere direttivo: coordinamento dell’attività di catalogazione del patrimonio artistico del Trentino (1978-1982); direzione restauri opere mobili ed affreschi (1981-1987; 1999-2003); direzione (come sostituto) del Museo Provinciale d’Arte, Castello del Buonconsiglio (1988-1990); direttore di Divisione, settore storico-artistico, Castello del Buonconsiglio, dal novembre 2003. È autore di circa 250 pubblicazioni, sull’arte a Firenze, nel Veneto, in Lombardia e soprattutto in Trentino, con particolare riferimento ai secoli XVI-XVIII, al Castello del Buonconsiglio e ai pittori Girolamo Romanino, Marcello Fogolino, Dosso e Battista Dossi. È organizzatore di numerose mostre, fra cui Dipinti su tela. Restauri (1983); Girolamo Romanino (2006;in collab. con L. Camerlengo, F. Frangi, F. de Gramatica); L’arte riscoperta (2000; in collab. con P. Pizzamano ed E. Mich). È socio dell’Accademia degli Agiati, della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche e di Italia Nostra (membro della Direzione). Nell’ambito di Italia Nostra - Sezione di Trento, coordina dal 2017 il progetto Trento città dipinta. Un patrimonio da salvare. È Delegato regionale alla valorizzazione nell'ambito della Delegazione Fai di Trento.

Ezio Chini

09/04/2019

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