I dipinti murali di Palazzo Taddei ad Ala

Primo di una serie di interventi programmati dalla Soprintendenza, si è concluso il restauro di quattro stanze dell'ala nord del palazzo barocco

Scorcio del Salone azzurro al primo piano [ @Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

Si sono da poco conclusi i lavori condotti in diretta amministrazione da parte dell’Ufficio per i beni storico-artistici della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento che hanno riguardato i dipinti murali e le porte in legno di quattro stanze di Palazzo Taddei ad Ala in Vallagarina.

Negli scorsi anni il palazzo, di proprietà del Comune di Ala, è stato oggetto di un complesso lavoro di restauro architettonico curato dalla Soprintendenza per consentire di ospitarvi il futuro Museo del Tessuto che valorizzerà la manifattura artistica che localmente ebbe uno sviluppo notevole fra Sei e Settecento.

Il palazzo, organizzato attorno ad una corte, è il risultato dell’aggregazione di diversi corpi di fabbrica.
Rivolto a meridione e attestato sulla via è il basso corpo di fabbrica che ospita l’ingresso principale e al primo piano un basso e allungato salone con la volta di copertura interamente dipinta.
Sulla corte centrale si affaccia il corpo di fabbrica settentrionale, il maggiore dell’intero edificio, caratterizzato da un loggiato su due livelli. Le chiavi d’arco del loggiato al primo piano sono modellate in forma di curiose maschere grottesche che sembrano richiamare personaggi del teatro barocco.

Il palazzo è legato alla presenza della facoltosa famiglia di origine fiorentina dei Taddei che, proveniente da Verona, a partire dalla metà del Seicento si distinse ad Ala nell’industria della tessitura della seta e della fabbricazione dei velluti, dando i natali anche a diverse generazioni di stimati medici.

Le decorazioni pittoriche delle pareti e dei soffitti delle stanze del corpo nord del palazzo sono ancora da studiare nei dettagli ma sono databili fra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento.
Nel corso del tempo i dipinti delle pareti in qualche stanza sono stati ricoperti e rinnovati, in altri, invece, parzialmente o totalmente scialbati, forse dopo un grave incendio che sappiamo colpì la casa nell’aprile del 1909.

Gli scoprimenti e i restauri attuati in questo primo progetto, oltre che mettere in salvo i riquadri con Vedute di città della Sala azzurra, hanno permesso fra l'altro di mettere in luce la raffinata decorazione pittorica di gusto neoclassico di uno Stanzino al primo piano e di recuperare integralmente l'elegante aspetto originario del Salone d'angolo con il camino, caratterizzato da una decorazione monocroma che imita una tappezzeria damascata.

Progettato e diretto dall’architetto Giovanni Dellantonio, con la collaborazione del restauratore dottor Antonello Pandolfo e della geometra Monica Bortolotti, l’intervento, concluso nel marzo 2020, è stato realizzato dal Consorzio ARS - Conservazione e restauro di beni culturali di Trento sotto la responsabilità della restauratrice Ingrid Ceolin e del restauratore Rudi Patauner.
Per predisporre il progetto è stata fatta eseguire preliminarmente una campagna di sondaggi stratigrafici alla restauratrice Silvia Invernizzi di Cortaccia sulla Strada del Vino e una campagna di analisi termografiche e videoendoscopiche condotte dall’équipe diretta dall’architetto Monica Volinia del LABDIA - Laboratorio di analisi non distruttive del Politecnico di Torino.

Sono in corso le procedure di gara per affidare i lavori di restauro dei dipinti murali di altre tre stanze e la predisposizione di un terzo progetto di restauro dei dipinti murali del palazzo.

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Referenze fotografiche:

Giovanni Dellantonio

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Giovanni Dellantonio

28/04/2020

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