Per chi suonava la Campana della Guardia di Trento

Restaurato il bronzo realizzato nel 1499 dal fonditore Bartolomeo da Rimini per la Torre civica

La Campana della Guardia dopo il restauro [ @Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

La Campana della Guardia della Torre Civica di Trento, che domina il Palazzo Pretorio e la piazza del Duomo, è stata di recente sottoposta ad un accurato restauro condotto da Roberto Perini, con l’ausilio di Paolo Poier per le parti in legno, presso il Laboratorio di restauro storico-artistico della Soprintendenza per i beni culturali.

Nel marzo 2014 il bene era stato fatto calare a terra e ricoverare per meritoria iniziativa dell’allora direttore dell’Ufficio per i beni storico-artistici, Ermanno Tabarelli de Fatis, nel corso dei lavori che avevano interessato la Torre. La campana è così sfuggita al rovinoso incendio scoppiato il 4 agosto 2015 nella cella campanaria quattrocentesca al decimo livello della costruzione. In quella occasione, la settecentesca e più grande Campana della Renga, che veniva utilizzata per chiamare a raccolta i cittadini di Trento in occasione delle adunanze pubbliche, ha subito invece uno shock termico tale da provocare fessurazioni ritenute irreparabili.

L’intervento di restauro della Campana della Guardia ha riguardato soprattutto la paziente rimozione di depositi superficiali di varia natura che ricoprivano il bronzo avvalendosi di analisi, curate da Stefano Volpin, chimico della Soprintendenza, per stabilire la composizione di materiali di alterazione del metallo, patine, ravvivanti, sporco, concrezioni. Dopo la pulitura si è proceduto a risarcire con piccole stuccature alcune modeste lacune e all’esecuzione di limitati ritocchi delle parti che risultavano prive di patina, concludendo con un trattamento di protezione superficiale della campana.

Anche il composito ceppo in legno di noce che sospendeva la campana al castello campanario e i connessi tiranti in legno di olmo e di noce – individuati grazie alle analisi xilologiche condotte da Mauro Bernabei del Consiglio Nazionale delle Ricerche – che permettevano di imprimere il movimento rotatorio alla campana tramite una fune per farla suonare, sono stati bonificati dagli insetti xilofagi, incollati dove necessario, e al pari dei loro elementi metallici di corredo puliti in superficie.

Questa raffinata campana (altezza 110 cm, diametro alla bocca 93 cm, diametro alla testa 49 cm, spessore di battuta cm 6,5), che con la sua forma allungata definita a pan di zucchero ricorda ancora le campane di ascendenza medievale, come chiarisce la studiosa Chiara Moser, si può ora esaminare in tutti i suoi elaborati dettagli. Fra questi, oltre che uno scudo cosiddetto a targa che inquadra la fiera aquila, emblema di Trento, vi è anche una elegante decorazione plastica a rilievo che rappresenta Simonino da Trento nella consueta postura, ignudo e stante, con la testa coronata da un’aureola stellata - simbolo della sua pretesa santità - intento a reggere con la mano sinistra lo stendardo sfrangiato e con la sinistra lo scudo con gli strumenti che sarebbero stati impiegati per condurlo al martirio nel 1475.
A memoria ed onore dei consoli di Trento in carica nel 1499 che commissionarono l'esecuzione della campana, fra i quali vi erano i notai Giovanni Chileta e Antonio Carioli, e dell'abile fonditore Bartolomeo da Rimini attivo fino ad allora per diverse città della Romagna, vi sono belle scritte e sigle in eleganti caratteri gotici.

La campana veniva suonata in occasione delle udienze del Podestà di Trento presso il Banco della ragione, in caso di incendio e per chiamare in servizio coloro che dovevano prestare i turni di guardia presso le porte della città.
Dopo il restauro il bene attende ora una collocazione adeguata che ne valorizzi l'alto valore sia artistico che storico.

Per approfondire:
Si allega la relazione completa a cura di Roberto Perini.

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Bibliografia
Chiara Moser, La "Renga" e la "Guardia" nella Torre di piazza: le campane di Bartolomeo da Rimini e Leonardo Maffei, fonditori a Trento, in La Torre di Piazza nella storia di Trento. Funzioni, simboli, immagini, atti della giornata di studio (27 febbraio 2012) a cura di Franco Cagol, Silvano Groff, Serenza Luzzi, Trento 2014, pp. 103-123: 105-110, tavv. 21 e 22.

Referenze fotografiche
1, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 11, Studio Michelotti e Roberto Perini.
2, 12. Biblioteca comunale Trento, Biblioteca Digitale Trentina, pubblico dominio.
6. Twitter. TGR Rai Trentino

 

Giovanni Dellantonio

28/05/2020

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