Il "Servo per due" al Sociale fino a domenica
La bravura di Favino si gioca con efficacia nel far sembrare tutto improvvisato eppur sempre perfetto
Due ore e mezzo fitte e quasi senza soluzione di continuità, al punto che quando termina il primo atto non capiamo se sia finito e tutto si sia svolto come da copione, o se sia successo davvero quell’incidente che ha tenuto il pubblico con il fiato sospeso e pare la causa dell’interruzione.
Non ve lo vogliamo svelare quel momento, perché non sappiamo se succederà anche stasera e nelle prossime due repliche e, se succederà, abbiamo dei dubbi si possa ripetere in modo identico. In ogni caso vogliamo che ve lo possiate gustare con l’immediatezza che ha colto anche noi, che un po’ sospettavamo...
Vi anticipiamo solo che il pubblico in questo spettacolo c’entra, eccome.
All’inizio in modo garbato e quasi incidentale, ma ecco, Favino scende in sala, cerca la persona giusta, quella pronta alla battuta, la porta sul palco, la platea si riscalda perché si rispecchia in chi è lassù davanti a tutti, aspetta impaziente di coglierne l’imbarazzo, il silenzio.
Brevi, gradevoli inserti nella rappresentazione, ma la terza volta no, quella in cui Favino sembra scegliere per caso (o non per caso?) una giovane donna che si professa ostetrica, tutta imbarazzata e reticente, che si continua ad aggiustare maglia e gonna, che riesce persino ad arrossire, l’empatia del pubblico arriva alle stelle. Il buonumore si sparge, aleggia, contagia, ci guardiamo attorno, vediamo tanti sorrisi, volti distesi in sala.
La bravura di Favino si gioca con efficacia nel far sembrare tutto improvvisato eppur sempre perfetto, e non è facile mantenere a lungo questo stato di grazia. Eppure, ci riesce.
Tratto da Il servitore di due padroni di Goldoni? Non ce ne accorgiamo. A dir la verità, la trama ci sembra la cosa meno importante dello spettacolo. Certo ci sono i personaggi, la storia d’amore contrastata, i colpi di scena, il lungo mare di Rimini e il sogno della Costa Azzurra, ma non è questo che abbiamo portato con noi dopo gli interminabili applausi del pubblico. Fra parentesi, non c'era un posto vuoto ieri al Sociale.
È il buongusto di uno spettacolo leggero ma non fatuo e mai volgare, che sa mantenere alta l’attenzione e la disponibilità interiore ad accoglierlo, ad abbandonarsi quasi con fiducia al suo svolgersi. Giù ogni difesa.
All'obiettivo ha contribuito non poco l'accompagnamento dal vivo del gruppo Musica da Ripostiglio: i loro arrangiamenti delle più note canzoni degli anni trenta costituiscono uno spettacolo nello spettacolo: da Pippo non lo sa, a Il pinguino innamorato alla mitica 1000 lire al mese.
Informazioni sullo spettacolo:
Da giovedì 25 a domenica 28 febbraio sarà in scena al Teatro “Sociale”, nell'ambito del cartellone “Grande Prosa” del Centro Servizi Culturali S. Chiara, «SERVO PER DUE», una produzione della Compagnia Gli Ipocriti che ha inteso proporre con questo spettacolo una riflessione diversa su un classico del teatro.
Si tratta della versione italiana di One Man, Two Guvnors – un testo del drammaturgo britannico Richard Bean tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni – realizzata da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder.
Lo spettacolo ha per protagonista Pierfrancesco Favino, che ne ha curato anche la regia assieme a Paolo Sassanelli, e si presenta come una commedia comica, con attori che cadono dalle scale, che sbattono le porte, che fanno battute a doppio senso e interagiscono con il pubblico. Parte integrante dell'allestimento è la musica, con gli arrangiamenti delle più note canzoni degli anni Trenta eseguiti dal vivo dall’orchestra Musica da Ripostiglio.
26/02/2016