Il Catai di Marco Polo e la Cina di Martino Martini: due mondi a confronto
La mostra dal titolo il Catai di Marco Polo e la Cina di Martino Martini: due mondi a confronto verrà realizzata da Aldo Caterino e si integra con la mostra cartografica Alla Scoperta dei Nuovi Mondi.
Osservatore attento, Marco Polo esercitò una notevole influenza anche in campo geografico e cartografico; infatti, nella seconda metà del XIV secolo, quando le mappe, e in particolare le rappresentazioni dell’ecumene, incominciarono ad allontanarsi dagli schemi cristallizzati della tradizione medievale, per tenere conto dei dati derivanti dalle esperienze dei viaggiatori, venne subito utilizzato, per la raffigurazione dell’Asia, l’ampio materiale contenuto nel Milione, che appariva ricco di novità rispetto alle scarse notizie tramandate dal mondo greco-romano.
Da allora in poi, fu particolarmente evidente l’influenza esercitata da questo testo sulla cartografia europea, a cominciare dal celebre mappamondo di fra’ Mauro camaldolese (1459), che riporta numerosi passi del Milione, e dall’altrettanto famoso globo di Martin Behaim (1492), in cui compaiono il Catai, il Mangi, il Cipango, le 7448 isole del Pacifico, i fiumi e le città descritte nell’opera di Marco Polo.
Anche l’innovativo planisfero in proiezione cilindrica a latitudini crescenti di Gerardo Mercatore (1569) contiene, per quanto riguarda la sola Asia orientale, ben 73 toponimi derivati dal Milione e, sempre verso la metà del XVI secolo, il cartografo piemontese Giacomo Gastaldi costruì una famosa mappa dell’Asia nella quale trovano posto quasi tutte le località citate da Marco Polo.
Per quanto riguarda la cartografia dell’Estremo Oriente, l’influenza di Marco Polo non cessò neppure nel XVII secolo, tanto che, fino ad allora, i migliori prodotti cartografici europei riconobbero in maniera tangibile l’importanza dei suoi viaggi, al punto da riprodurre, in qualche caso, sulla carta l’itinerario e la presenza stessa del viaggiatore veneziano (Athanasius Kircher, China illustrata, 1667).
Nel tardo Cinquecento, i materiali risalenti al libro di Marco Polo passarono nelle famose mappe dell’Asia e della Cina contenute nelle varie edizioni del Theatrum orbis terrarum di Abramo Ortelio (1570 e 1584) e in quella dell’Asia presente nell’Atlas sive cosmographicae meditationes de fabrica mundi et fabricati figura di Mercatore del 1595. Essi furono utilizzati, sia pure con maggiore cautela, anche nelle carte del francese Nicolas Sanson (1652) e in quelle dell’olandese Frederik de Wit (1654).
Per tutti gli aggiornamenti e/o eventuali modifiche al programma, consultare il sito ufficiale: https://www.martinomartinicenter.org
organizzazione: Centro Studi Martino Martini cofinanziato dalla Fondazione Caritro, con il supporto del Comune di Trento e in partnership con l'associazione Glow e con l'Associazione Cinesi Trentino.