La Bottega del Caffè
Grande Prosa
di Carlo Goldoni
regia Maurizio Scaparro
con Pino Micol e Vittorio Viviani
musiche Nicola Piovani
produzione Teatro della Toscana – Teatro Nazionale
Firenze, Napoli, Venezia e il suo Carnevale. Su questa direttrice di ricerca artistica il regista Maurizio Scaparro costruisce il suo nuovo lavoro su Carlo Goldoni. Datata 1750, «LA BOTTEGA DEL CAFFÈ» è una commedia dei sentimenti e dell’agire degli esseri umani, scritta in lingua toscana. Goldoni, infatti, desiderava all’epoca ottenere la massima diffusione per le sue opere e il veneziano, e di lì a poco anche Venezia, iniziavano a stargli stretti.
In questo allestimento, produzione del Teatro della Toscana, Scaparro segue rigorosamente i canoni goldoniani, in un perfetto equilibrio fra la parola e l’azione scenica. «Tra i motivi che mi hanno spinto a mettere in scena oggi 'La bottega del caffè' – afferma il regista – il primo credo sia il piacere e il desiderio di tornare a parlare di Venezia e del suo Carnevale, durante il quale la commedia si svolge, dalle prime luci dell’alba a quando scende la notte. Perché qui Goldoni, che scrive la commedia in lingua italiana, sembra prendere le distanze, prima dei suoi addii, dalla visone “magica” della Serenissima, per descrivere nella sua 'Bottega del caffè' una Venezia che già allora rischiava di dimenticare la sua grandezza e di cedere alle tentazioni di una progressiva mercificazione della città, delle sue bellezze e dei suoi carnevali.»
L’azione si avvia alle prime luci dell’alba di un mite mattino invernale, per concludersi quando scende la notte. Il caffettiere Ridolfo (Vittorio Viviani) si sta prendendo a cuore la sorte del giovane mercante di stoffe Eugenio (Manuele Morgese), che da qualche tempo frequenta assiduamente la casa da gioco di Pandolfo (Ezio Budini). Lì Eugenio ha subito perdite ingenti giocando a carte con Leandro (Ruben Rigillo), un giovane torinese che si spaccia per il nobile conte Flaminio. La moglie di Eugenio, Vittoria (Maria Angela Robustelli), cerca invano di far ravvedere il marito. Allo stesso scopo è giunta a Venezia da Torino la moglie di Leandro, Placida (Carla Ferraro), che, travestita da pellegrina, ignora la nuova identità assunta dal marito ed è esposta alle insidie tessute da Don Marzio (Pino Micol). Quest’ultimo è un nobile napoletano prepotente, ambiguo e chiacchierone, che prova piacere nel frapporre ostacoli al desiderio delle due mogli di ricondurre sulla retta via Eugenio e Leandro. Contribuiscono a vivacizzare la scena anche i personaggi di Trappola (Alessandro Scaretti), che lavora nella caffetteria di Ridolfo, e della ballerina Lisaura (Giulia Rupi).
In primo nella commedia sono i personaggi del caffettiere Ridoldo, interpretato da Vittorio Viviani (conosciuto dal pubblico anche per le sue partecipazioni alle fiction televisive Elisa di Rivombrosa e Braccialetti rossi) e quello di Don Marzio affidato a Pino Micol che, con Maurizio Scaparro, ha intrattenuto un lungo e fruttuoso sodalizio artistico, fin dai tempi in cui il regista romano dirigeva il Teatro Stabile di Bolzano. «Don Marzio nel nostro spettacolo – spiega Scaparro – rappresenta anche un po' Goldoni. E' un pettegolo e un donnaiolo, e forse anche Goldoni lo era; ma anche molto intelligente, come certamente era Goldoni. […] E il caffè rappresenta un pretesto per poter parlare di quello che ci succede intorno. In questo luogo d'incontro vediamo una Venezia che già allora incominciava a sentire la decadenza, la ragione per cui dopo un po' Goldoni se ne sarebbe andato. E il mio Don Marzio rappresenta l'inizio di un addio.»
Lo spettacolo, che ha avuto il patrocinio di Expo Milano 2015, è impreziosito dalle musiche originali del premio Oscar Nicola Piovani eseguite al violino da Lisa Green. Le scene e i costumi sono di Lorenzo Cutùli, recente vincitore dell’International Opera Awards per la scenografia; Maurizio Fabretti ha progettato il disegno delle luci.
TATA A TEATRO
Anche in occasione della rappresentazione de «LA BOTTEGA DEL CAFFÈ» in calendario la domenica pomeriggio sarà attivo il servizio di baby-sitting Tata a Teatro, garantito all’interno del Teatro Sociale dal personale della cooperativa sociale Progetto 92. I genitori con figli in età compresa tra 3 e 10 anni potranno godersi lo spettacolo in tutta tranquillità, potendo contare su questo servizio professionale di custodia e intrattenimento che, agli abbonati, sarà offerto gratuitamente. Per i non abbonati è previsto invece un costo di 5 euro a bambino. Potranno essere accolti al massimo 14 bambini ed è necessaria la prenotazione al numero verde 800 013952.
organizzazione: Centro servizi culturali S. Chiara