Villa Romana - Isera
In Vallagarina un grande edificio terrazzato con sale panoramiche e giardino risalente alla prima età imperiale
I resti della Villa Romana di Isera furono messi in luce alla fine degli anni ‘40 del secolo scorso durante i lavori per la costruzione di un asilo infantile nell’area terrazzata situata a nordest della chiesa parrocchiale di San Vincenzo. L’urgenza dell’opera, promossa dai capifamiglia del paese e considerata di prioritaria importanza dalla comunità locale, determinò l’asportazione quasi totale del contesto archeologico; solo una porzione esigua delle strutture e del deposito stratigrafico sfuggì all’attività di sbancamento, rimanendo interrata sotto il piano di calpestio dell’asilo e dell’area circostante.
Alla fine degli anni ’60, per iniziativa del presidente dell’Associazione Lagarina di Storia Antica Adriano Rigotti e con il sostegno del Museo Civico di Rovereto, fu avviato un progetto di indagine archeologica che si concretizzò in una serie di campagne di scavo susseguitesi in modo discontinuo fra il 1973 e il 2004. Le indagini misero progressivamente in luce i resti, molto compromessi, dell’area nordorientale della basis villae di un grande edificio terrazzato con sale panoramiche e balneum, risalente alla prima età imperiale (fine del I secolo a. C. - seconda metà del I secolo d. C.). Gli ambienti erano delimitati a monte da un poderoso muro realizzato contro terra al fine di contenere un terrapieno, sul quale in origine doveva essere impostato il corpo principale del fabbricato, oggi scomparso.
Lo scavo dei depositi stratigrafici ha permesso il recupero di migliaia di reperti, utili a risalire alla funzione dei vani messi in luce e al tenore di vita di chi li abitava, oltre che a precisare la cronologia del contesto archeologico. Fra i materiali rinvenuti figurano manufatti ceramici, frammenti vitrei, utensili in metallo per uso agricolo o artigianale e oggetti di pregiata fattura, come gli elementi bronzei di un piede di letto tricliniare (kline) e quelli pertinenti a una brocca e a una patera di fabbrica campana. All’arredo delle sale di soggiorno del dominus, poi, vanno attribuiti i frammenti di mosaico a tessere bianche e nere e quelli di intonaco affrescato secondo la moda del cosiddetto “III stile pompeiano”.
Dopo oltre quarant’anni di ricerche e scavi, i resti della Villa Romana di Isera erano da tempo in attesa di un intervento di tutela e valorizzazione. Grazie allo sforzo congiunto della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento e del Comune di Isera e alla collaborazione della Fondazione Museo Civico di Rovereto, nell’autunno 2019 si è avviato il cantiere finalizzato alla demolizione dell’asilo e alla copertura del sito archeologico, ad oggi ancora in corso. Durante i lavori è stato possibile raccogliere nuovi dati sulla tecnica edilizia e sull’articolazione dell’edificio romano. In particolare, nella fascia antistante la villa si sono scoperti i resti di una complessa serie di strutture riconducibili a un sistema di sostruzioni costituito da un muro di fondazione provvisto di contrafforti interni; l’evidenza archeologica suggerisce che l’area, terrazzata, fosse sistemata a giardino e abbellita con ornamenti di pregio, fra cui sculture marmoree.
a cura di Ufficio beni archeologici