Coppia di falconetti del XVI secolo
Il ritorno 'a casa'
Le due eleganti bocche da fuoco leggere (37 mm il calibro, 187 kg il peso, 182,5 la lunghezza totale) per cannoni da campagna di piccolo calibro qui illustrate tiravano proiettili in piombo. Chiamati nella nomenclatura dell’artiglieria rinascimentale falconetti, in lingua tedesca erano dette propriamente Scharfentinle, calco dall’italiano serpentinelle.
I due agili pezzi d’artiglieria sono caratterizzati da sobrie decorazioni plastiche all’antica e da modanature le cui geometrie richiamano il modellato degli ordini architettonici di derivazione classica riproposti in età rinascimentale.
Sulla canna spiccano in altorilievo lo stemma della famiglia Thun e una bella iscrizione in lingua tedesca a caratteri capitali romani, come era entrato in uso nelle cerchie degli umanisti e degli artisti vicini all’imperatore Massimiliano I d’Asburgo (+1519), che aveva voluto riportare in auge Oltralpe le forme dell’antichità romana di cui l’Impero romano germanico si proclamava erede.
La scritta voluta dal committente, il nobile Sigismondo Thun, è uno degli elementi di grande pregio di questi manufatti. Infatti informa di una curiosa circostanza d’origine – cioè della donazione del rame necessario per la fusione delle bocche da fuoco da parte di Ferdinando I d’Asburgo – e del fatto che i falconetti facevano parte di una batteria di ben dodici pezzi fusi nel 1554.
La data precisa e il confronto con altri pezzi coevi firmati, permette di riconfermarne in questa sede la paternità di produzione al fecondo fonditore di cannoni e di campane Gregor Löffler, originario del Tirolo ma attivo anche ad Augusta e poi a Innsbruck. Gregor Laiminger detto Löffler, il maggiore esponente di una dinastia di artefici attiva per tre generazioni, viene considerato unanimemente dagli studiosi dell’artiglieria rinascimentale uno dei maggiori fonditori di cannoni dell’epoca e una sorta di vero e proprio riformatore dell’industria di fabbricazione delle armi da fuoco pesanti tramite la standardizzazione dei calibri. Gregor Löffler prestò servizio per molti potentati tedeschi, per l’arciduca d’Austria e conte del Tirolo Ferdinando I d’Asburgo e per l’imperatore Carlo V.
I due pezzi d’artiglieria hanno avuto trascorsi relativamente travagliati. Di certo furono commissionati per Castel Thun in Val di Non da parte di Sigismondo Thun (1487–1569) detto l’Oratore, richiamato nell’epigrafe come consigliere regio, il nobile che aveva trasformato il vetusto maniero trentino in un castello fortificato secondo le più moderne concezioni dell’architettura militare. Della originaria serie di dodici, cinque cannoni furono ammirati nel giardino del castello da Carlo Perini quando lo visitò nel giugno 1858 ospite di Matteo Thun (+1892). In epoca al momento non precisabile le bocche da fuoco furono trasferite presso proprietà del ramo boemo della famiglia Thun, dove arricchirono una ben composita collezione di armi. Giuseppe Gerola in un suo articolo riferisce che due pezzi sarebbero stati conservati
presso il Castello di Erlau presso Děčín/Tetschen, nell’odierna Repubblica Ceca e un terzo presso il vicino Castello di Klösterle presso Karlovy Vary/Karlsbad, entrambi proprietà dei Thun-Hohenstein.
I nostri due pezzi, che presentano condizioni conservative differenti – l’uno reca estese tracce di patinatura minimamente riscontrabili sull’altro, segno forse di sorti nel tempo distinte - furono posti all’asta separatamente a breve distanza di tempo prima a Lucerna in Svizzera, e poi a Vienna, fra l’estate e l’autunno del 1933. Attribuiti convincentemente all’operato di Gregor Löffler nel fondamentale studio di Erich Egg del 1961, furono presentati in coppia sul mercato antiquariale londinese nel 2008. Riconosciuti di provenienza trentina da Laura Dal Prà, anche sulla scorta dell’articolo del soprintendente Gerola, furono acquistati per l’amministrazione provinciale nell’ambito del restauro e dell’allestimento di Castel Thun e presentati al pubblico nel 2010.
Tratto da:
Giovanni Dellantonio, Scheda 16-17, Coppia di falconetti leggeri (Scharfentinle), in Tesori dal Passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, a cura di Laura Dal Prà e Luciana Giacomelli, Trento 2014
_
I due falconetti sono stati acquisiti al patrimonio provinciale con determinazione n. 240 del 4 agosto 2009.
La coppia di falconetti è attualmente esposta a Castel Thun, con inventario n. 511856-57.
_
Per saperne di più:
Giovanni Dellantonio, Due di dodici con Giove Ammone: i falconetti di Gregor Löffler per Sigismondo Thun datati 1554, Carlo V e il rame di Ferdinando I d’Asburgo, in Tesori dal passato cit., pp. 48-71
_
Per approfondire:
Giuseppe Gerola, Discerpta et disiecta. Pezzi erratici trentini. II, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, 17, 1936, 4, pp. 306-307, ripubblicato in Giuseppe Gerola, Discerpta et disiecta. Pezzi erratici trentini. II, in “Studi Trentini di Scienze Storiche”, Sez. II, 69, 1990, Scritti di Giuseppe Gerola. Trentino-Alto Adige, III, 1930-1938, pp. 1150-1152
Erich Egg, Der Tiroler Geschützguß. 1400-1600, Tiroler Wirtschaftsstudien, 9, Innsbruck 1961, fig. p. 154 e p. 155
Peter Finer, A pair of bronze field guns, in The European Fine Art Fair. Maastricht 08; Helvoirt NL 2008, p. 236
Giovanni Dellantonio, Due di dodici con Giove Ammone: i falconetti di Gregor Löffler per Sigismondo Thun datati 1554, Carlo V e il rame di Ferdinando I d’Asburgo, in Tesori dal passato cit., pp. 48-71
Giovanni Dellantonio, Facce di bronzo e caratteri lapidari all’antica. Nuove note sui falconetti cinquecenteschi di Gregor Löffler per Sigismondo Thun di Castel Thun detto l’Oratore, in “Fillide. Il sublime rovesciato: comico umorismo e affini”, Numero 9- settembre 2014, ISSN: 2281-5007
20/04/2020