Tesori dal passato, uno sguardo al futuro
#laculturanonsiferma: viaggio tra i beni acquisiti dalla Soprintendenza per l'incremento del patrimonio culturale provinciale
La tutela del patrimonio culturale passa anche attraverso l’acquisto alle collezioni pubbliche di beni di interesse collettivo, messi in salvo da possibili distruzioni o dispersioni. La Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento, come previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs 42/2004), persegue questo fine attraverso la ricognizione del mercato antiquariale e l'attenzione al collezionismo privato, in rapporto con lo studio delle fonti e della storia del mecenatismo trentino; i beni acquisiti sono poi catalogati, studiati e all’occorrenza restaurati, con l’obiettivo ultimo di offrirli alla conoscenza e al godimento collettivi.
È quanto è successo per le decine di manufatti già riuniti nella mostra Tesori dal passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, che ora arricchiscono le raccolte provinciali.
Questa rubrica, nell’ambito della campagna #laculturanonsiferma, ne ripropone alcune schede rivisitate, alimentando il rapporto costante tra la Soprintendenza e la comunità in difesa del patrimonio culturale e della sua accessibilità. Sono così valorizzate anche la ricchezza e varietà tipologica e materica del patrimonio mobile: non solo dipinti e sculture di grande pregio, ma anche tessuti, oreficerie, stampe, arredi. Senza dimenticare una bambola veneziana e un paravento giapponese...
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A cura di Beatrice Barzaghi e Patrizia Pizzini, Soprintendenza per i beni culturali
L’abbraccio di Atala e Chactas interpretato da Innocenzo Fraccaroli
Ercole e Ciclope, due sculture di Lorenzo Haili
Scene della quotidianità trentina nelle vedute di Giuseppe Canella
Capriccio architettonico col Giudizio di Salomone
Un dipinto giovanile di Carlo Francesco Nuvolone
Divano, poltroncine e sedie in legno di noce
Il bicchiere con l’aquila imperiale
Il picchiotto in bronzo da Palazzo Roccabruna
L'infanzia in una delicata opera di Giuseppe Antonio Craffonara
Un manufatto 'firmato' con l’aquila della città di Trento
Il ritorno 'a casa'
Non un gioco ma “piavola de franza”
Madonna in trono, il fascino oltre i segni del tempo