La necropoli “Ai Paradisi”
La tomba della bambolina
Alla fine del 1800, in occasione dei lavori per la costruzione dell'ospedale militare nell'area denominata “Ai Paradisi”, tra via Barbacovi e via Giovanelli, è stata riportata in luce una necropoli con una trentina di sepolture. Alcune tombe sono particolarmente interessanti per i reperti rinvenuti all’interno. In una, ad esempio, c’erano due strumenti indispensabili per scrivere e cioè un calamaio di forma cilindrica con una lavorazione ottenuta utilizzando il bulino e uno stilo in osso, cioè una piccola astina dotata di una punta ad una estremità ed una piccola spatola dall’altra.
La scoperta più interessante però, è quella avvenuta nel 1967, quando è stato edificato un condominio. È stata trovata la tomba di una giovane donna la cui famiglia era di condizioni economiche sicuramente agiate come dimostra la ricchezza del corredo e il fatto che il sarcofago in cui era stata deposta fosse in piombo. La scelta di questo materiale costoso è piuttosto rara e dovuta anche all’amore per la defunta in quanto con il piombo si era tentato di mantenerne il più a lungo possibile intatto il corpo. Numerosi e di pregio gli oggetti che formavano il corredo funebre. Tra questi vi erano un anellino in oro, bracciali e aghi crinali in osso. Altri manufatti formavano il servizio da mensa (una brocca e un piatto in vetro, quattro tazze in ceramica). Quattro lucerne, lampade ad olio, accompagnavano la defunta nel viaggio verso l’aldilà.
Davvero unico in Trentino il rinvenimento di due bambole in osso. Di una è rimasta solo una gamba mentre dell’altra quasi tutto il corpo. Solo le ragazze che appartenevano alle famiglie più ricche potevano permettersi compagne di gioco così preziose e con una particolarità: erano snodate. La bambola conservata quasi per intero ne mostra ancora chiaramente il funzionamento che prevedeva la presenza di perni posti alle giunture per consentire il movimento di braccia e gambe. Simili oggetti permettono di attribuire più chiaramente una età alla defunta, che doveva avere circa 12-13 anni, in quanto le bambole erano generalmente utilizzate dalle giovani romane solo fino ai 13-14 anni di età quando si sposavano.
04/03/2021