Affidarsi al cielo. Arte e devozione a Montagnaga di Piné

Giovedì 23 luglio alle 17 a Torre Vanga la visita guidata agli argenti del santuario

[ Soprintendenza Beni culturali]

Le iniziative collegate alla mostra mostra “Il santuario”, curata dalla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia autonoma di Trento nell’ambito della doppia iniziativa espositiva “Affidarsi al cielo. Arte e devozione a Montagnaga di Piné”, organizzata in collaborazione con il Museo Diocesano Tridentino: giovedì 23 alle 17 a Torre Vanga Daniela Floris invita a una visita guidata agli argenti del santuario.

“Prima che le vecchie strade fossero sottese e che i pedoni fossero estromessi dalle automobili, i pellegrini venivano al santuario a piedi. Uno intonava la corona e gli altri rispondevano. I salesàdi risuonavano di scarpe chiodate e di stonate voci salmodianti. C’era chi portava la croce, c’erano i gonfaloni variopinti, c’erano i preti che, giunti in vista di Montagnaga, indossavano cotta e stola, c’erano le donne con la cesta del pranzo e gli uomini con il vestito della festa e lo zaino in spalla. C’era chi camminava a piedi nudi con le scarpe appese al collo per le stringhe e c’erano scolaresche intere guidate dai catechisti e dai maestri”.

Quando, nel 1980, Aldo Gorfer firmava con Flavio Faganello un nuovo intenso ‘ritratto’ della montagna trentina tra tradizione e cambiamento, qualche cosa di quella fede antica ancora sopravviveva, pur di fronte all’assalto della modernità – “ai pullman, al turismo religioso e alle sue stagioni a Montagnaga”. Si conclude così, sulla soglia di un tempo nuovo, e con un omaggio al grande fotografo trentino scomparso dieci anni fa, il percorso tra le espressioni materiali del culto della Madonna di Caravaggio in terra trentina proposto dalla Soprintendenza per i beni culturali nell’ambito della mostra “Il santuario”, seconda tappa della doppia iniziativa espositiva Affidarsi al cielo. Arte e devozione a Montagnaga di Pinè.

È proprio l’indissolubile intreccio tra le ragioni della fede e quelle della cultura – tra sentimento religioso, espressioni artistiche e perizia artigianale – a scandire una mostra ricca di suggestioni, che ci ricorda quale galassia si nasconda sotto la familiare etichetta di bene culturale. Nel fitto gioco di rimandi e corrispondenze tra dipinti, paramenti liturgici, argenti, celebri ex voto, santini, cartoline e fotografie, gli ambienti di Torre Vanga ricompongono la vita secolare del principale santuario mariano della Diocesi di Trento, dalle “mirabili apparizioni” del 1729-1730, che diedero avvio alla trasformazione una modesta cappella alpestre in un venerato complesso cultuale, meta di pellegrini provenienti da tutto il Trentino, dal Tirolo e dal Veneto, alle espansioni e alle riforme otto-novecentesche, spesso coincidenti con grandi manifestazioni diocesane ancora capaci di richiamare decine di migliaia di fedeli.

La mostra, con l’elegante progetto espositivo di Michelangelo Lupo, si arricchisce di “tesori” normalmente in deposito e delle opportunità di scoperta offerte dalla visione ravvicinata delle opere; tasselli per una storia da avvicinare o da riscoprire, grazie anche alle precisazioni e alle novità presentate nel volume edito a corredo dell’iniziativa.

La visita è pensata infine come invito a risalire le antiche strade dei pellegrini, tra Trento e Montagnaga, secondo un’idea di museo diffuso e di territorio come patrimonio; in attesa che nuove iniziative in loco contribuiscano ulteriormente a valorizzare i risultati raggiunti.

L’inaugurazione è in programma venerdì 3 luglio, alle ore 18, presso la sede di Torre Vanga in piazza della Portèla 1, Trento.

Katia Malatesta - curatrice della mostra, Soprintendenza per i beni culturali

25/06/2015

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