Fortificazioni

Si trattava di una "blockhaus" ovvero di una caserma difensiva costruita in calcestruzzo, rinforzata da scudi verticali corazzati. Era armato con 2 cannoni da 8 cm a tiro rapido e 4 mitragliatrici per il combattimento ravvicinato.

Chiamato dagli austriaci "Batterie Brusaferro", si trova a quota 741 metri sul versante destro della Valsorda.

Scopo dell'opera era bloccare la direttrice proveniente dalla Valsugana attraverso Vigolo Vattaro o da Lavarone attraverso la Fricca agendo in coppia con il dirimpettaio forte Brusaferro. 

La batteria si trova a quota 350 metri in località Doss Ròcol, nel territorio catastale di Mattarello.

Fu oggetto di pesanti cannoneggiamenti da parte delle artiglierie italiane, ma non venne mai conquistato. Dopo la Strafexpedition del 1916 rimase quale punto di collegamento ottico con il sistema degli altipiani. 

Realizzato tra il 1909 ed il 1912 operava assieme a forte Cherle- San Sebastiano. 

Realizzato fra il 1895 e il 1896 in località “ Prà della Pozza al Buso”, su uno sperone roccioso dominante la gola del Travignolo, è un classico esempio di Blockhaus. 

Il Forte faceva parte del primo gruppo di fortificazioni permanenti austriache a difesa delle vie di collegamento al capoluogo; assieme al Doss di Sponde componeva lo sbarramento del solco di Cadine.

Costruito a quota 1445 metri in località Malga Cherle, sull'Altopiano dei Fiorentini, a sbarramento dell’altopiano di Folgaria.

Fra il 1869 e il 1872 fu costruito un complesso fortificato, nei pressi del paese di Civezzano, articolato in tre opere, poste a controllo delle due strade che dalla Valsugana portavano a Trento.

Il forte si trova poco sopra il paese omonimo, sulla sponda destra del fiume Adige, a sud di Trento. 

Forte Dossaccio doveva garantire il controllo del Passo del Valles e della valle del torrente Travignolo, nonchè un’eventuale penetrazione del nemico all’Alpe di Lusia.

Costituiva lo sbarramento della Valle di Terragnolo e Passo della Borcola

Posizionato in zona leggermente arretrata rispetto al ciglio del Monte Brione e seguendo l’andamento del terreno si “mimetizza” rendendosi quasi indistinguibile. 

Forte Larino è la principale di una terna di fortificazioni erette tra il 1860 e il 1862 a difesa della valle del Chiese da un eventuale attacco italiano. 

Posto a protezione di due direttrici stradali vitali: quella proveniente da sud (Rovereto) e quella proveniente da est (Valsorda–Passo della Fricca–Valsugana). 

Nasce come opera corazzata intermedia equipaggiata con armamento leggero per combattimento ravvicinato

Prevedeva uno sbarramento a Nago volto ad impedire ogni possibile infiltrazione nella Valle dell’Adige attraverso la direttrice Nago–Passo San Giovanni–Mori–Rovereto

Posto sopra Valmorbia, nei pressi dell’abitato di Pozzacchio, nei documenti austriaci era chiamato "Valmorbia Werk" mentre in quelli italiani "Forte di Pozzacchio". 

Sorgeva sulle pendici monte Celva, poco sopra il passo Cimirlo

Si trova a sud dell’abitato di Villazzano sulla cima del colle che domina sia la strada per la Valsorda 

Chiamato anche forte Someda, forte Moena, appartiene allo sbarramento di Moena.

Si trattava di un'opera posta a controllo di Passo Coe e del Pianoro di Malga Melegna. 

Forte Strino prende nome dal nome del Rio che lo lambisce, si trova vicino a Vermiglio in Val di Sole, a quota 1400 metri

Assieme al forte San Biagio, situato di fronte chiudeva a tenaglia la Valsugana all’altezza di Levico. 

La tagliata era costituita da una serie di appostamenti difensivi che partendo da quota 170 metri giungevano sino al livello del lago

Posto sul monte omonimo, alle spalle della città di Riva, a quota 750, il forte disponeva dei più moderni ritrovati tecnici e tecnologici del tempo.